L’universo di “Gomorra” si arricchisce con un nuovo progetto che riporta gli spettatori alle radici della camorra napoletana, puntando i riflettori sulla giovinezza di uno dei suoi personaggi più iconici: don Pietro Savastano. Diretto da Marco D’Amore, il prequel esplorerà la scalata al potere di Savastano negli anni ‘70, raccontando il contesto sociale e culturale che ha plasmato il giovane futuro boss.
Opportunità per i giovani talenti napoletani
Per incarnare i personaggi del passato, la produzione ha aperto dei casting rivolti a ragazzi e ragazze tra i 14 e i 18 anni, con una preferenza per coloro che padroneggiano il dialetto napoletano. Non è richiesta esperienza nel mondo della recitazione, aprendo così le porte a giovani emergenti desiderosi di esprimere il proprio talento. Le audizioni, che si svolgeranno in varie zone della città, trovano uno dei loro principali poli presso la Casa dei Cristallini, nel cuore del Rione Sanità, uno dei luoghi simbolici della serie. La ricerca di volti nuovi mira a catturare la spontaneità e l’autenticità di giovani attori partenopei, elementi cruciali per portare sullo schermo un racconto credibile e realistico.
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Un tuffo nella Napoli degli anni ‘70
Con un occhio attento alla storia della camorra e alla cultura popolare dell’epoca, la narrazione si concentrerà su come don Pietro Savastano ha costruito le sue alleanze, instaurato relazioni cruciali e tracciato il percorso verso il potere assoluto. Questo prequel promette di approfondire la complessità dei legami familiari e delle rivalità tra clan, offrendo una visione inedita e personale sulla formazione di un boss camorrista.
Il regista Marco D’Amore, già figura chiave nella serie madre, mira a mantenere intatto il profondo legame culturale con Napoli, portando sullo schermo storie quotidiane e dinamiche sociali che rendono unica questa città. Le riprese della nuova serie, prodotta da Sky e previste per il 2025, avranno luogo per la maggior parte proprio a Napoli, consolidando l’autenticità del progetto e regalando al pubblico un’esperienza visiva radicata nei luoghi che hanno ispirato “Gomorra”.Con questa nuova produzione, “Gomorra” punta non solo a intrattenere ma anche a lasciare un segno nella rappresentazione della cultura partenopea, attraverso una narrazione che unisce dramma e realtà, radici storiche e prospettive artistiche.
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