Formatosi presso il prestigioso “Conservatoire national supérieur d’art dramatique” di Parigi, Philipe inizia a lavorare nel pieno della seconda guerra mondiale, ottenendo un successo sempre maggiore, che lo destina ad essere una delle più interessanti promesse della propria generazione.
A suo agio sia con i classici che con gli autori contemporanei, la consacrazione arriva nel 1945, con il ruolo di protagonista nel Caligola di Albert Camus. A partire dall’anno precedente lavora anche come interprete cinematografico, potendo contare su una straordinaria fotogenia e incarnando una bellezza maschile dolente e inquieta, perfettamente connaturata con il clima di tensione morale conseguente alla fine della guerra.
Philipe si troverà allora ad essere l’adeguato interprete di una gioventù sconfitta e amareggiata, spinta da grandi ideali e abbattuta da altrettanto grandi delusioni morali: i ruoli che lo renderanno celebre e amato in tutto il mondo saranno infatti quelli di amanti dolenti e di uomini sconfitti da un destino con il quale non si vuole venire a patti per mantenere l’integrità dei propri sogni e delle proprie illusioni. Interprete per autori come Clair, Allégret, Guitry e Ophüls, Gérard Philipe è un attore di transizione, segnando il passaggio dagli interpreti di un cinema più o meno legato alla tradizione e al passato a quelli la cui sensibilità di manifesterà appieno nei modelli recitativi della Nouvelle Vague. In lui, nella sensibilità dei ruoli e dei personaggi sconfitti, tormentati e senza speranza, vive l’ultima fiamma di una stagione di un romanticismo cinematografico che presto si stempererà nella quotidianità, quando non addirittura del cinismo.
Membro della resistenza, impegnato politicamente e dal punto di vista sindacale, è una delle prime personalità di rilievo pubblico a firmare, nel 1950, l’appello di Stoccolma per il disarmo nucleare. Muore a soli 36 anni a causa di un cancro al fegato.
Sarà nelle sale con un evento speciale, l’11, 12, 13 marzo 2019, Diabolik sono io, il docu-film che propone un inedito identikit del mitico ladro creato dalle sorelle Giussani. Un’indagine avvincente sul mistero del primo disegnatore di Diabolik, inspiegabilmente scomparso senza lasciare tracce dopo aver consegnato le tavole del primo albo della saga.
Scritto da Mario Gomboli e Giancarlo Soldi, arricchito con rari materiali d’archivio e la partecipazione straordinaria, tra gli altri, di Gianni Bono, Andrea Carlo Cappi, Massimo Cantini Parrini, Alfredo Castelli, Tito Faraci, Carlo Lucarelli, Milo Manara, i Manetti bros.
Nato nel 1962 dalla fantasia di Angela e Luciana Giussani e protagonista dell’omonima testata, Diabolik è tuttora uno dei fumetti più venduti in Italia e un’icona assoluta del mondo della letteratura disegnata. Ora, per la prima volta, la storia di questo straordinario personaggio viene raccontata in un docu-film prodotto da Anthos Produzioni con Rai Cinema in collaborazione con la casa editrice Astorina.
DiabolikSonoIo_POSTER_fin3_Notizie Diabolik sono io verrà distribuito nelle sale da Nexo Digital (elenco cinema a breve su www.nexodigital.it) come evento speciale solo per tre giorni, l’11, 12, 13 marzo, con i media partner Radio DEEJAY, MYmovies.it, Lucca Comics&Games e VVVVID, e guiderà gli spettatori attraverso la storia dell’intuizione di due giovani ed entusiaste imprenditrici milanesi nei primi anni ‘60, le sorelle Giussani, capaci di dar vita al Re del Terrore e al suo mondo. Oltre a mostrare rari materiali d’archivio della casa editrice, il docu-film, scritto da Mario Gomboli assieme a Giancarlo Soldi, che ne firma anche la regia, si rivela anche un’indagine avvincente che cerca una possibile spiegazione del mistero legato ad Angelo Zarcone, il disegnatore del primo numero di Diabolik, inspiegabilmente scomparso senza lasciare tracce dopo aver completato le tavole di quel primo albo.
Di Zarcone, soprannominato ‘il tedesco’ per la carnagione chiara e i capelli biondi, si sa soltanto che dopo aver consegnato alla redazione Astorina le tavole de Il Re del Terrore, sparì senza lasciare recapiti. Sembrava essersi volatilizzato. Si narra che nel 1982, in occasione del ventennale della testata, Angela e Luciana assoldarono persino il famoso investigatore Tom Ponzi per ritrovare Zarcone, ma il misterioso disegnatore si era come dissolto nel nulla. Un uomo in fuga, un latitante, un’ombra nera che si aggira nella notte, cosa succederebbe se quel disegnatore si trovasse oggi a cercare se stesso? Chi troverebbe? Angelo Zarcone oppure Diabolik?
Partendo da questo spunto, il docu-film immagina di tratteggiare un identikit quanto più accurato del Re del Terrore, avvalendosi di una galleria di testimoni dell’Olimpo del fumetto, Milo Manara, Mario Gomboli, Alfredo Castelli, Tito Faraci, Gianni Bono, Giuseppe Palumbo, di esperti del noir come Carlo Lucarelli e Andrea Carlo Cappi, di registi visionari come i Manetti bros., del costumista Massimo Cantini Parrini oltre che della partecipazione straordinaria di Stefania Casini nei panni dell’avvocato Bianca Rosselli. Anche se a fare da fil rouge della narrazione sono ancora una volta loro, le sorelle Giussani, grazie a un’intervista ‘senza tempo’ riemersa dalle Teche Rai, un materiale preziosissimo, che insieme ai ‘Super8 ritrovati’ dei viaggi di Angela e Luciana attorno al mondo, alle tavole storiche dell’archivio Astorina e agli omaggi disegnati dal vivo da Giuseppe Palumbo, contribuiscono a dare vita a un ritratto mai visto prima dell’eroe del fumetto.
Dopo il suo esordio nel 1962, il fumetto dedicato a Il Re del Terrore, dal nome del primissimo albo, raggiunse in breve tempo altissime tirature diventando un fenomeno di costume studiato da sociologi ed esperti di comunicazione. Il formato degli albi di Diabolik, di piccola dimensione per poter essere tascabili, venne ideato per venire incontro alle esigenze dei pendolari che Angela Giussani osservava ogni mattina dalla finestra di casa sua, nelle vicinanze della stazione Cadorna, a Milano. Precursore del genere del fumetto nero italiano, Diabolik ha generato a partire dal 1964 numerosi epigoni, che non hanno però mai intaccato il suo successo e sono ormai scomparsi dalle edicole. Da oltre cinquant’anni Diabolik viene edito senza interruzioni e ha superato gli 850 episodi pubblicati; i primi numeri della serie hanno raggiunto elevate quotazioni di mercato nel collezionismo. Dalla sua nascita ad oggi Diabolik ha venduto quasi 150 milioni di copie.
Diabolik sono io
con:
Luciano Scarpa-Claudia Stecher-Stefania Casini-Riccardo Mei-Manuela Parodi-Marco Vivio-Francesca Fiorentini-Paolo Buglioni
Soggetto e Sceneggiatura: Mario Gomboli e Giancarlo Soldi
Fotografia: Giuseppe Baresi
Montaggio: Silvia Di Domenico
Musica: Teho Teardo
Scenografia e Costumi: Valentina di Palma
Regia: Giancarlo Soldi
Prodotto da Maite Bulgari